- La visita oculistica è un esame medico fondamentale per valutare la salute degli occhi, diagnosticare difetti visivi e intercettare patologie anche gravi in fase precoce.
- La frequenza della visita dipende dall’età, dallo stato di salute e dai fattori di rischio, con controlli più frequenti a partire dai 40 anni e in presenza di sintomi o malattie sistemiche come il diabete.
- Una visita oculistica completa comprende anamnesi, esame obiettivo, misurazione della capacità visiva, tonometria, esame del fondo oculare e altri accertamenti strumentali se necessari.
- La visita oculistica pediatrica si concentra sullo sviluppo della vista e sulla diagnosi precoce di strabismo, ambliopia e difetti di refrazione nei bambini.
- La regolare prenotazione della visita oculistica è essenziale per prevenire complicanze, mantenere la qualità della vista e tutelare la salute generale.
Indice
Che cos’è la visita oculistica
La visita oculistica è la valutazione clinica, effettuata dal medico oculista (oftalmologo), che ha lo scopo di:
- misurare la capacità visiva a diverse distanze;
- esaminare in dettaglio tutte le strutture dell’occhio, anteriori e posteriori;
- identificare, escludere o monitorare patologie oculari e neurologiche;
- impostare, quando necessario, una terapia medica o chirurgica.
Si distingue in genere tra:
- Visita oculistica generale: controllo completo di prevenzione, diagnosi e monitoraggio dello stato di salute degli occhi e dei difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia).
- Visita oculistica di secondo livello (o super‑specialistica): approfondimento mirato su una specifica patologia già nota o fortemente sospettata (per esempio glaucoma, maculopatia, retinopatia diabetica), spesso con l’integrazione di esami strumentali avanzati.
Un breve sguardo all’anatomia dell’occhio
Per capire perché la visita oculistica è così articolata, è utile ricordare che l’occhio è un organo complesso, composto da numerose strutture che lavorano in sinergia:
- Cornea: “finestra” trasparente anteriore dell’occhio, responsabile di una parte importante della messa a fuoco.
- Pupilla e iride: la pupilla è l’apertura che lascia entrare la luce; l’iride ne regola il diametro agendo come un diaframma.
- Cristallino: la lente interna, trasparente e biconvessa, che mette a fuoco gli oggetti a varie distanze.
- Umor acqueo: liquido che nutre cornea e cristallino e contribuisce a mantenere la pressione intraoculare entro limiti normali.
- Vitre: gel trasparente che riempie la parte posteriore del bulbo oculare.
- Retina: sottile tessuto nervoso che riveste internamente l’occhio; contiene coni e bastoncelli, cellule specializzate che trasformano la luce in segnali nervosi.
- Macula e fovea: area centrale della retina, responsabile della visione fine e dei dettagli.
- Nervo ottico: “cavo” che trasmette i segnali visivi dalla retina al cervello.
La dinamica della visione si completa poi a livello cerebrale: le immagini che arrivano alla retina vengono codificate e inviate al cervello, dove vengono elaborate e trasformate nelle immagini che percepiamo. È per questo che la visita oculistica può intercettare non solo problemi dell’occhio, ma anche alcune patologie del sistema nervoso.
A cosa serve la visita oculistica
Una visita oculistica completa non è solo un controllo degli occhiali. Serve a:
- valutare lo stato di salute generale degli occhi;
- misurare la capacità visiva (acuità visiva) da lontano e da vicino;
- diagnosticare o escludere difetti di refrazione:
- miopia;
- ipermetropia;
- astigmatismo;
- presbiopia (difficoltà nella visione da vicino tipica dopo i 40 anni).
- individuare precocemente patologie oculari curabili, che se trascurate possono portare a perdita visiva permanente.
Tra le principali malattie che una visita oculistica può intercettare troviamo:
- Glaucoma: danno progressivo del nervo ottico, spesso associato a pressione intraoculare elevata, che riduce in modo irreversibile il campo visivo.
- Degenerazione maculare legata all’età: patologia della macula che compromette la visione centrale e la capacità di leggere o riconoscere i volti.
- Cataratta: opacizzazione progressiva del cristallino, causa frequente di vista annebbiata nelle persone anziane.
- Retinopatia diabetica ed edema maculare diabetico: danni ai vasi sanguigni della retina dovuti al diabete, spesso asintomatici nelle fasi iniziali.
- Retinopatie ipertensive: alterazioni dei vasi retinici legate all’ipertensione arteriosa.
- Distacco di retina: scollamento della retina dalla parete oculare; è un’urgenza che può portare a perdita visiva in poche ore.
- Ischemia del nervo ottico: ridotta irrorazione sanguigna del nervo ottico, con morte delle cellule nervose e calo della vista.
- Strabismo e ambliopia (occhio pigro) nei bambini.
La visita oculistica può anche evidenziare manifestazioni oculari di malattie sistemiche, come:
- diabete mellito;
- ipertensione arteriosa;
- malattie reumatiche e autoimmuni;
- tumori e malattie del sistema nervoso centrale.
Per questo, gli esami oculistici regolari permettono al medico non solo di correggere o adattare i difetti di vista, ma anche di dare indicazioni preziose sulla salute generale.
Quando fare una visita oculistica
La frequenza ideale dei controlli dipende da età, stato di salute generale, presenza di fattori di rischio e sintomi. Le linee generali, in assenza di problemi specifici, sono le seguenti.
Bambini (0–14 anni)
Nei bambini, una diagnosi precoce è fondamentale per evitare che difetti visivi o problemi di allineamento degli occhi compromettano lo sviluppo della vista.
In assenza di sintomi particolari, si consiglia:
- Entro i 3 anni: primo controllo strutturato, utile in vista dell’ingresso alla scuola dell’infanzia, per identificare:
- strabismo;
- ambliopia (occhio pigro);
- difetti di refrazione importanti;
- malformazioni o patologie congenite.
- Prima dei 6 anni: nuova valutazione prima dell’ingresso alla scuola primaria, per assicurarsi che la vista non ostacoli l’apprendimento.
- Intorno ai 12 anni: controllo in una fase di nuova crescita e cambiamenti visivi.
- Fino ai 14 anni: visita oculistica ogni 1–2 anni, secondo indicazione di pediatra e oculista.
Se compaiono sintomi (strabismo evidente, occhio che “sfugge”, mal di testa, avvicinarsi troppo ai libri o allo schermo, chiudere un occhio per vedere meglio, ecc.) è opportuno anticipare la visita.
Adulti
Negli adulti senza particolari problemi o fattori di rischio:
- Fino ai 39 anni: una visita oculistica ogni 5 anni può essere sufficiente, ma in caso di familiarità per patologie oculari è spesso consigliato un controllo più ravvicinato.
- Dai 40 anni: visita ogni 2 anni, fase in cui iniziano spesso a comparire i primi segni di presbiopia e aumenta il rischio di glaucoma.
- Dai 60 anni in su: controllo annuale, per monitorare più da vicino rischi come glaucoma, degenerazione maculare e cataratta.
In presenza di:
- miopia elevata;
- familiarità per glaucoma, degenerazione maculare, retinopatie;
- malattie sistemiche come diabete o ipertensione;
- uso di farmaci potenzialmente tossici per la retina o il nervo ottico;
il medico può indicare una frequenza più ravvicinata (anche ogni 6–12 mesi).
Quando è necessario anticipare la visita
Al di là dei controlli programmati, è opportuno prenotare una visita oculistica in presenza di uno o più dei seguenti sintomi:
- Cal o improvviso o progressivo della vista (da uno o da entrambi gli occhi).
- Vista annebbiata o “offuscata”.
- Macchie, puntini, filamenti, aloni o aureole nel campo visivo.
- Oscuramento di una parte del campo visivo, come se ci fosse una “tenda” o un’ombra.
- Lampi di luce improvvisi.
- Difficoltà nella visione notturna o abbagliamento marcato.
- Visione doppia (diplopia).
- Dolore oculare, arrossamento, bruciore persistente, lacrimazione eccessiva.
- Mal di testa ricorrenti legati all’utilizzo degli occhi (studio, computer, guida).
- Traumi o lesioni che coinvolgono gli occhi.
In caso di diabete, è raccomandata almeno una visita oculistica completa con esame del fondo oculare ogni anno, anche in assenza di sintomi, per la diagnosi precoce della retinopatia diabetica.
Come si svolge una visita oculistica completa
Una visita oculistica completa è composta da più fasi, che permettono all’oculista di valutare, passo dopo passo, la funzionalità e la salute di tutte le strutture oculari.
In media dura tra i 20 e i 45 minuti; per i controlli di routine spesso si aggira attorno alla mezz’ora, ma può richiedere più tempo:
- nei primi accessi;
- in caso di quadri complessi;
- quando è necessario dilatare la pupilla ed eseguire esami aggiuntivi.
1. Anamnesi: il colloquio iniziale
La visita inizia con la raccolta dell’anamnesi, ovvero delle informazioni sulla salute del paziente:
- motivo del consulto e sintomi riferiti;
- storia oculare pregressa (occhiali, lenti a contatto, interventi, traumi, malattie oculari note);
- patologie generali (diabete, ipertensione, malattie reumatiche, neurologiche, autoimmuni);
- farmaci assunti regolarmente (anche non legati agli occhi);
- abitudini di vita (fumo, alcol, lavoro al videoterminale, esposizione a raggi UV);
- familiarità per malattie oculari (glaucoma, degenerazione maculare, retinopatie, distacco di retina, ecc.).
Questa fase è essenziale per orientare gli esami successivi e non va sottovalutata: fornisce al medico la “mappa di rischio” del singolo paziente.
2. Esame obiettivo esterno
Segue l’osservazione diretta del viso e dell’area oculare:
- palpebre: forma, chiusura, eventuale ptosi (palpebra che cade), infiammazione;
- posizione e allineamento dei bulbi oculari nelle orbite;
- apparato lacrimale: eventuale eccesso o difetto di lacrime;
- spazio interpalpebrale, congiuntiva, sclera (la parte bianca dell’occhio), cornea visibile;
- reazione delle pupille alla luce (forma, dimensione, simmetria).
Questa fase aiuta a individuare segni evidenti di patologie orbitarie, infiammatorie o neurologiche.
3. Misurazione dell’acuità visiva ed esame della refrazione
Si passa quindi alla valutazione della vista vera e propria.
Esame dell’acuità visiva
Con l’uso delle classiche tabelle con lettere o simboli di dimensioni decrescenti (ottotipo), il paziente viene invitato a leggere:
- prima con entrambi gli occhi;
- poi un occhio alla volta;
- con e senza correzione (se già porta occhiali o lenti).
Questo esame quantifica la capacità di distinguere i dettagli e fornisce il valore in “decimi” (per esempio 10/10, 8/10, ecc.).
Autorefrattometria e prova delle lenti
Per misurare i difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) si combina:
- Autorefrattometria: misurazione automatizzata al computer, che fornisce una prima stima oggettiva del difetto visivo.
- Prova soggettiva con lenti correttive: il medico modifica progressivamente le lenti davanti all’occhio chiedendo quale combinazione dia la visione migliore.
Il computer fornisce una base di partenza, ma la percezione individuale è fondamentale: per questo la prescrizione finale degli occhiali si basa sulla combinazione di misure strumentali e valutazione soggettiva.
In alcuni casi, soprattutto nei bambini, può essere necessario utilizzare gocce per paralizzare temporaneamente l’accomodazione (cicloplegia), in modo da ottenere una misura più precisa del difetto refrattivo.
4. Esame alla lampada a fessura (biomicroscopia)
La lampada a fessura è uno strumento che permette di osservare, con forte ingrandimento, le principali strutture oculari anteriori e, con particolari lenti, anche quelle posteriori.
Con questo esame il medico valuta:
- palpebre e margini palpebrali;
- film lacrimale e congiuntiva;
- cornea (eventuali opacità, irregolarità, infiammazioni);
- camera anteriore (lo spazio tra cornea e iride);
- iride;
- cristallino (eventuali segni di cataratta).
Con l’ausilio di lenti addizionali, la biomicroscopia consente anche la valutazione di:
- angolo irido‑corneale (zona di deflusso dell’umor acqueo, importante per il glaucoma);
- corpo vitreo;
- retina e testa del nervo ottico.
È un esame fondamentale, non invasivo e indolore, che permette di identificare o sospettare molte patologie oculari.
5. Tonometria: misurazione della pressione intraoculare
La tonometria misura la pressione intraoculare (PIO), cioè la pressione esercitata dai fluidi interni dell’occhio sulle sue pareti. Valori normali si collocano in genere tra 10 e 21 mmHg (millimetri di mercurio).
Una PIO troppo alta rappresenta un importante fattore di rischio per il glaucoma, soprattutto se associata a un danno del nervo ottico e del campo visivo.
Esistono diversi tipi di tonometria (a soffio, ad applanazione, ecc.), tutti eseguiti con il paziente seduto davanti allo strumento, con mento e fronte appoggiati. L’esame è rapido e, se eseguito con le tecniche moderne, pressoché indolore.
6. Esame del fondo oculare (fundus oculi)
L’esame del fondo oculare consente di osservare le strutture localizzate dietro iride e cristallino:
- corpo vitreo;
- retina centrale (macula e fovea);
- retina periferica;
- papilla ottica (porzione visibile del nervo ottico).
Per eseguire un fundus accurato, il medico instilla quasi sempre un collirio midriatico che dilata la pupilla, permettendo di vedere meglio e più in profondità la retina, in particolare le zone periferiche.
Durante l’esame, l’oculista:
- illumina l’interno dell’occhio con un fascio di luce;
- chiede al paziente di guardare in varie direzioni;
- osserva vasi sanguigni, macula, retina centrale e periferica, nervo ottico.
Questo consente di diagnosticare o sospettare:
- retinopatie (diabetica, ipertensiva, ecc.);
- segni precoci di degenerazione maculare;
- alterazioni del nervo ottico (glaucoma, ischemie, atrofie);
- rotture o trazioni retiniche, distacchi di retina;
- emorragie o essudati retinici.
L’esame è indolore, ma la dilatazione della pupilla provoca per 2–4 ore:
- vista offuscata (soprattutto da vicino);
- maggiore sensibilità alla luce (fotofobia).
Per questo, nelle ore successive alla visita è sconsigliato mettersi alla guida o svolgere attività che richiedono vista molto nitida.
7. Altri esami che possono essere associati alla visita oculistica
A seconda della situazione clinica, l’oculista può prescrivere approfondimenti strumentali che non sostituiscono la visita, ma la completano. Tra i più frequenti:
- Topografia corneale: mappatura della curvatura della cornea.
- Tomografia corneale: studio tridimensionale della cornea.
- OCT (Tomografia a Coerenza Ottica): scansioni ad alta risoluzione di cornea, retina e nervo ottico.
- Campo visivo computerizzato: valutazione dell’estensione e della sensibilità del campo visivo, essenziale nel glaucoma e in molte patologie neurologiche.
- Pachimetria corneale: misurazione dello spessore della cornea.
- Microscopia endoteliale: studio delle cellule dello strato interno corneale.
- Biometria oculare: misure anatomiche dell’occhio, molto utile ad esempio nella preparazione alla chirurgia della cataratta.
Questi esami saranno trattati in modo più approfondito in articoli dedicati; nella visita oculistica di base vengono utilizzati soltanto se il quadro lo richiede.
Visita oculistica pediatrica
La visita oculistica pediatrica ha caratteristiche specifiche: l’oculista lavora spesso insieme all’ortottista, professionista sanitario esperto nella valutazione della motilità oculare e della visione binoculare.
L’obiettivo principale è:
- verificare lo sviluppo normale della vista nei primi anni di vita;
- identificare precocemente:
- strabismo (occhi non allineati);
- ambliopia (occhio pigro);
- difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo);
- anomalie congenite di cornea, cristallino, retina o nervo ottico;
- effetti oculari di patologie sistemiche.
Durante la visita, i test e gli strumenti sono adattati all’età del bambino:
- tabelle con simboli o figure, non solo con lettere;
- giochi visivi per verificare la fissazione e la collaborazione;
- eventuale uso di gocce per dilatare la pupilla e valutare meglio la refrazione e il fondo oculare.
È importante non attendere la comparsa di segni evidenti (come un occhio palesemente “storto”): molte alterazioni, se scoperte entro i primi anni di vita, possono essere corrette o compensate con ottimi risultati; se diagnosticate tardi, il recupero può essere parziale.
Come prepararsi a una visita oculistica
In genere la visita oculistica non richiede preparazioni complesse, ma alcuni accorgimenti la rendono più efficace e confortevole.
Documenti e materiali utili
È consigliabile portare:
- tutta la documentazione oculistica precedente (referti, esami strumentali, lettere di dimissione);
- gli occhiali che si usano abitualmente (per lontano e per vicino);
- un elenco dei farmaci in uso, soprattutto se assunti per patologie croniche;
- eventuale impegnativa del medico di base, se la visita è prenotata tramite Servizio Sanitario Nazionale;
- un documento con le domande o i dubbi che si desidera sottoporre al medico, per non dimenticarli durante la visita.
Lenti a contatto: quando sospenderle
Le lenti a contatto possono alterare temporaneamente la forma della cornea e interferire con una misurazione precisa della refrazione o con alcuni esami corneali.
In generale si raccomanda di:
- non indossare le lenti a contatto il giorno della visita;
- sospenderne l’uso per:
- 2–3 giorni prima, se si utilizzano lenti morbide o usa e getta;
- almeno 7 giorni prima, se si usano lenti rigide.
È comunque opportuno verificare le indicazioni specifiche al momento della prenotazione, perché la sospensione può variare in base agli esami previsti.
Organizzarsi per il dopo visita
Poiché durante la visita l’oculista può decidere di utilizzare colliri midriatici, è utile:
- evitare di presentarsi da soli se si prevede di guidare subito dopo;
- organizzarsi, se possibile, per farsi accompagnare;
- portare con sé un paio di occhiali da sole, per proteggere gli occhi dall’abbagliamento dopo la dilatazione pupillare;
- considerare che per alcune ore dopo l’instillazione delle gocce sarà più difficile leggere o lavorare al computer.
Perché è importante prenotare regolarmente la visita oculistica
La vista è il senso attraverso cui riceviamo la maggior parte delle informazioni sul mondo che ci circonda. Prendersene cura significa tutelare:
- l’autonomia nella vita quotidiana;
- la sicurezza (guida, lavoro, attività domestiche);
- la qualità complessiva della vita, in tutte le età.
Molte patologie oculari, come il glaucoma, la degenerazione maculare o la retinopatia diabetica, sono asintomatiche nelle fasi iniziali: quando compaiono i primi disturbi evidenti, il danno può essere già avanzato e talvolta irreversibile. La diagnosi precoce, resa possibile da una visita oculistica periodica, permette invece di:
- intervenire nei primi stadi della malattia;
- preservare meglio la funzione visiva nel tempo;
- ridurre il rischio di complicanze gravi e disabilità visiva.
Oggi è possibile prenotare una visita oculistica in modo semplice e veloce, scegliendo:
- la data più comoda rispetto ai propri impegni;
- la tipologia di prestazione (prima visita, controllo, visita pediatrica, visita di secondo livello);
- la modalità (tramite Servizio Sanitario, in regime privato, con polizza assicurativa o fondi di categoria).
Inserire la visita oculistica tra i controlli di salute periodici – al pari di quelli cardiologici, ginecologici o odontoiatrici – è uno dei passi più semplici e concreti per proteggere la propria vista nel lungo periodo. Se è da tempo che non controlli i tuoi occhi, o se avverti uno dei sintomi descritti, programmare un appuntamento con lo specialista è il modo migliore per iniziare a prenderti cura davvero della tua salute visiva.
Contenuti approvati dal Comitato Editoriale. Data ultimo aggiornamento: 2025-09-18